Il libro si apre con la celebre frase: “Uno spettro si aggira per l’Europa: lo spettro del comunismo. Tutte le potenze della vecchia Europa si sono coalizzate in una sacra caccia alle streghe contro questo spettro: il papa e lo zar, Metternich e Guizot, radicali francesi e poliziotti tedeschi. […] È ormai tempo che i comunisti espongano apertamente in faccia a tutto il mondo il loro modo di vedere, i loro fini, le loro tendenze, e che contrappongano alla favola dello spettro del comunismo un manifesto del partito stesso”.
Karl Marx e Friedrich Engels stabilirono, attraverso il Manifesto, i principi fondamentali del comunismo moderno, intendendo con esso:
– L’abolizione della proprietà fondiaria e l’utilizzo delle rendite sulla terra per finalità pubbliche.
– Una tassazione sui redditi fortemente progressiva.
– L’abolizione del diritto di successione.
– La confisca delle proprietà di tutti gli emigranti e i ribelli.
– L’accentramento del credito nelle mani dello stato che lo dovrebbe gestire attraverso una banca nazionale con capitale statale in regime di monopolio esclusivo.
– L’accentramento di tutti i mezzi di comunicazione e di trasporto nelle mani dello stato.
– L’aumento delle aziende e degli strumenti di produzione posseduti dallo stato, la messa a coltura delle terre inutilizzate e il miglioramento dei terreni, secondo un piano collettivo.
– L’obbligo al lavoro uguale per tutti e la costituzione, specialmente nell’agricoltura, di eserciti industriali.
– L’integrazione tra agricoltura e manifattura, e la progressiva abolizione della differenziazione tra città e campagna mediante una distribuzione più omogenea della popolazione all’interno della nazione.
– L’istruzione gratuita per tutti i bambini nelle scuole pubbliche, l’abolizione del lavoro minorile nelle fabbriche e l’integrazione tra istruzione e produzione industriale.